Lo scopone scientifico. 1972 Luigi Comencini.

“Anche se l’ambientazione richiama quella di un film neorealista, l’atmosfera vuol essere quella di una favola con l’immancabile castello della strega, la villa della miliardaria americana, che domina la valle della baraccopoli romana. La vecchia si presenta inizialmente con l’aspetto della buona e generosa fata donando i denari ai due ingenui borgatari ma nel corso del film assumerà il suo vero aspetto di strega avida e crudele. Un film apolitico che invece contiene una critica fortemente politica: la lotta di classe tra ricchi e poveri, la forza del denaro sempre vincente e moralmente giustificata: chi è il vero baro, Righetto o la vecchia che con tutti i suoi soldi sarà sempre la vincitrice? Alcuni critici vi hanno visto persino una metafora dell’imperialismo americano oppure l’ingenuità del sottoproletariato che cade nell’illusione dell’utopia dell’intellettuale: il “professore“ che con i suoi sogni porta il popolo alla rovina.“
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