Clara Statello intervista per l’Antidiplomatico Romana Rubeo, caporedattrice di Palestine Chronicle. La decisioni di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, di sospendere i fondi all’agenzia per i rifugiati palestinesi dell’ONU (UNRWA) potrebbe rientrare nel terreno molto pericoloso di complicità in genocidio con Israele, dal momento che tra le azioni citate dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja con potenziale genocidario contestate, c’è la “starvation“, ovvero la fame come arma di guerra. Le decisioni della corte sono giuridicamente vincolanti anche nei confronti di Stati terzi e, sebbene mancano dei meccanismi di enforcement, aprono a infinite possibilità di advocacy ai gruppi e organizzazioni della società civile per poter avviare azioni legali. Il Sudafrica, un Paese del Sud globale, membro dei BRICS, che ha lottato contro l’apartheid e ha vinto, presentando il caso di genocidio alla ICJ sta mostrando che Israele è in una fase antistorica, sempre più stretto in questo mondo in rapido cambiamento.
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