Aureliano Pertile sul ’passaggio’ al registro di testa e agli acuti
IL “PASSAGGIO“ AL REGISTRO DI TESTA E AGLI ACUTI SPIEGATO DA AURELIANO PERTILE
“Il Maestro Bavagnoli mi fece capire in brevissimo tempo la ragione della mia difficoltà alle note acute: tenevo i suoni bassi e centrali troppo abbandonati e aperti. Allora raccolsi la voce tenendola sempre leggera seguendo il sistema seguente. Iniziavo un esercizio a scala con una A rotondata quasi ad O e man mano che salivo, raccoglievo sempre di più il suono e colore arrivando al passaggio e alle note acute con un O scuro.“ (...)
Compreso bene il sistema continuai ad usarlo scrupolosamente ed acquistai, tenendo leggero il centro, la facilità di tenere raccolta e alla maschera la voce che sempre più facilmente saliva agli acuti. La mia voce allora arrivava con difficoltà nelle romanze al SI naturale: a poco a poco con lo sviluppo del torace e dopo parecchi anni di carriera, incominciai ad averlo con sicurezza. (...) io prendevo fiducia in me stesso e studiavo continuamente, senza mai forzare la voce, col metodo sopra citato.“ (...) La tecnica fa parte della vera Arte.“
“L’estensione della voce del tenore, che comprende due ottave partendo dal do basso, ha una progressione di raccoglimento del suono verso l’acuto, che corrisponde al raccoglimento delle varie forze concorrenti mano a mano che la nota cresce in estensione e vibrazione. Non si può salire col medesimo colore del do centrale alle note acute.
Ho già detto, ma credo opportuno ripeterlo, che anche le note della prima ottava vanno appoggiate alla maschera, dando alle vocali i colori già illustrati, ma quando si arriva al MI BEMOLLE si avverte un che di diverso, per cui si sente il bisogno di appoggiare un po’ più alla maschera arrotondando il suono.
Così progredendo si arriva al SOL che è un tipo non vorrei dire diverso, ma molto più raccolto in testa delle tre note precedenti, che sono il ’Mi, Fa, Fa diesis’. Questo SOL si sente che appartiene più alla natura e al colore delle note acute che sono ’La bemolle, La, Si bemolle, ecc.’, che a quello delle tre precedenti, che costituiscono un gruppo a sè; mentre si nota che il FA DIESIS, che risente un po’ dell’uno e dell’altro tipo, ossia un po’ più arrotondato e raccolto dal FA e un po’ meno dal SOL, è il ’punto d’unione’.
La fusione del colore di queste tre note, ’Fa, Fa diesis, Sol’, emesse con progressivo appoggio alla maschera, costituisce la perfezione canora.“
(da: Domenico Silvestrini - “Aureliano Pertile e il suo metodo di canto“, 1932)
Lettura del M° Mattia Peli - luglio 2024
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