IANVA - Negli occhi di un

Negli occhi d’un ribelle non c’è solo la fiamma Che la collera vi accende tra uno sdegno e una condanna. Vi s’affaccia, talvolta, come il sole tra i nembi Un veloce passaggio di fantasmi ridenti Come i giochi di ragazzi che chiassavano le corti Nei più limpidi vespri che memoria ricordi. Occhi che guardano a te, ansiosi di dare una scossa, Persuasi che il mondo non voglia null’altro che gioia e sommossa, Ben certi che il capo chinato sia sempre tra i mali il peggiore, Ma lustri di chi se n’è andato, avendo gettato un amore, Chissà poi perché... Negli occhi d’un ribelle c’è un andare di ombre Come d’un ripensamento che sorprende e confonde, Quasi come temesse di non reggere l’impatto Di quel dono tremendo che le stelle gli hanno fatto, In quegli occhi, dicevo, c’è un’ostinazione antica Che è la muta cocchiera d’una scelta di vita. Vita che nasce giocata, con asso di coppe, la morte: La minima pena annunciata per chi va più in alto e più oltre, L’eterna sentenza che è in uso per l’imperdonabile dolo Di avere il contagio diffuso della tentazione del volo. Sebbene sia raro talvolta arriva a insidiare i poteri E allora oggi tutti a lisciare le mani pestategli ieri, Si schiudono porte a palazzo e cosce di belle signore, Ma solo quando la vittoria parrebbe questione di ore, E in tutte le guerre civili, in tutti gli scontri di piazza Collidono le ideologie e s’alza quell’unica razza Di illusi, romantici e fessi tagliati per bara o prigione, Nei secoli sempre gli stessi, motori di un’evoluzione Che li negherà...
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