FABRICE PASCAL QUAGLIOTTI Nuovo album solista in attesa dei ROCKETS

FABRICE PASCAL QUAGLIOTTI è l’anima dei Rockets, un gruppo che alla fine degli anni ’70 ha avuto un boom mondiale con una elettronica molto ricercata quanto assimilabile. Oggi ha una sua carriera solista e ha appena pubblicato l’album “Undo” mentre sta lavorando in studio al nuovo progetto Rockets. Mi sono collegato con lui per farmi raccontare non solo “Undo”, ma anche come sarà il prossimo album dei Rockets, dove sta creando una personale rivisitazione di brani che hanno avuto una impronta nella musica, come “Walk on the wild side” di Lou Reed, “Sex Machine” di James Brown, fino alla rivoluzionaria “Rock’n’Roll Robot” per la quale, in versione inglese, sta lavorando proprio adesso con Alberto Camerini. Io gli ho suggerito due brani: “Third stone from the sun” di Jimi Hendrix e “Interstellar overdrive” dei Pink Floyd. Lui, finito il collegamento, li ha ascoltati e mi ha risposto: “Azzzz, due brani molto difficili. Quello dei Floyd è sperimentale ma non ha una linea melodica. Quello di Jimi idem. Sono in difficoltà. Devo ascoltare molto bene.” Infatti, come mi ha detto Pascal, per lui è più semplice comporre e arrangiare brani nuovi che rifare quelli famosi di altri. Anche perché con i Rockets non fa cover ma riveste in maniera elettronica fino a quando i brani acquistano una nuova veste. Sono molto curioso di ascoltare la versione che faranno di “Sex Machine”. Ma veniamo a questo suo album solista. Mi ha raccontato e abbiamo visto due video: “No sound” con Shinobi e “All I hear is” con Axel Cooper. Ed ecco come lui ha descritto il suo nuovo lavoro: “Ho scelto di intitolare l’album “Undo” che significa distruggere, disfare, per fare capire la mia precisa intenzione di dare una direzione diversa ed esplorare nuove scelte artistiche e nuove strade rispetto al passato, senza però rinnegarlo. L’anima Rockets è sempre presente nel mio cuore”. In questo disco Quagliotti si è sentito libero di lavorare senza paletti, mischiando analogico e digitale, tastiere vintage e plugin. Inoltre ha voluto distaccarsi dal lavoro precedente aggiungendo il cantato, attraverso una serie di featuring con giovani artisti internazionali che cantano in inglese, francese e arabo. Il testo della canzone cantato in arabo da Shinobi racconta di una vita di fatiche e sacrifici che si superano attraverso la musica, il mezzo per evadere, per viaggiare. “ Con il tempo ho imparato a non dare importanza a quello che mi passa per la testa, ciò che dico e canto è ciò che mi porto nel video è ricreata un’ambientazione a metà tra passato e futuro, tra rovine del passato e tecnologia robot che comunica attraverso uno schermo con Fabrice - circondato dai suoi strumenti - e Shinobi che canta, quasi a cercare un contatto.I suoni elettronici e psichedelici che ci trasportano in un’altra dimensione.
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