Hollywood sbarca a Kabul: ed è subito propaganda

Una madre lancia il proprio bambino a un militare inglese. Una bambina viene ricoperta da una divisa USA. Alcuni uomini precipitano nel vuoto dopo aver inutilmente tentato di aggrapparsi all’aereo che non li aveva caricati. Quello che ha trasformato una fallita evacuazione in un casus belli da manuale è la copertura mediatica. Volutamente parziale e quindi totalmente falsa. Ore di filmati sull’aeroporto di Kabul, una crisi umanitaria mostrata con regia a Washington per fini propagandistici ma creata da vent’anni di guerra, narcotraffico, finta democrazia. Altrettanti filmati sulle rivolte che ci vengono vendute come spontanee per la difesa della bandiera Afghana. Una bandiera così amata che i soldati piuttosto che difenderla sono fuggiti. E non un minuto sul perché i Taliban siano entrati a Kabul senza un attimo di resistenza. Ovvero il fatto che il popolo fosse, in gran parte, niente affatto ostile a loro. Non ci sono immagini delle campagne, solo delle città dove l’ostilit&
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