Alberto Rabagliati - Tu, musica divina (con testo).wmv

ALBERTO RABAGLIATI -- TU, MUSICA DIVINA; D’Anzi - Bracchi; 1941; Orchestrina della rivista dell’EIAR diretta dal Maestro Carlo Zeme; Cetra IT 121 -- DC 4072; dal film “La scuola dei timidi“. TESTO DELLA CANZONE E BIOGRAFIA DELL’INTERPRETE TESTO: La carezza del vento il profumo dei fior un lontano lamento prende il mio cuor È una musica il sole è una musica il mar quando l’anima sento vibrar Tu, musica divina, tu che mi hai preso il cuore non sai che il canto di un violin può fare di un sogno il mio destin Se l’anima ti chiama tu mi rispondi “amore“ e le tue dolci note allor fan tremare il cuor Soltanto la tua voce vuol dir piacer per me e il cuore mio ti dice vivrei per te Tu, musica divina, tu che conosci il cuore chissà se un giorno mi dirà se l’amor verrà . . . . . . Tu, musica divina, tu che conosci il cuore chissà se un giorno mi dirà se l’amor verrà... BIOGRAFIA (da Wikipedia): Alberto Rabagliati (Milano, 26 giugno 1906 -- Roma, 7 marzo 1974) è stato un cantante e attore italiano. Fu il primo divo della musica leggera italiana famoso in gran parte dell’Europa. Nel 1927 Rabagliati si trasferì da Milano ad Hollywood dopo aver vinto il concorso per il sosia di Rodolfo Valentino. Rimase negli Stati Uniti quattro anni, ma la sua carriera di attore nel cinema americano non decollò mai. Durante quel periodo ebbe però la possibilità di familiarizzare con i nuovi generi musicali che stavano prendendo piede in America: il jazz, lo swing, lo scat. Rientrato in Europa, intraprese la carriera di cantante. Dopo una breve esperienza con l’orchestra di Pippo Barzizza, lavorò con l’orchestra cubana Lecuona Cuban Boys, esibendosi con il volto tinto di nero e portando al successo la canzone Maria la O. Durante una serata con i Lecuona Cuban Boys, incontrò Giovanni D’Anzi, che gli propose di fare un’audizione per l’EIAR. In breve tempo Rabagliati divenne una celebrità della radio italiana, al punto da arrivare ad avere, nel 1941, una trasmissione tutta sua. Ogni lunedì sera l’EIAR mandava in onda Canta Rabagliati, dove il cantante riproponeva i suoi pezzi più famosi, come Ma l’amore no, Mattinata fiorentina, Ba-ba-baciami piccina, Silenzioso slow, Bambina innamorata, Amigos vamos a baillar, Guarda un po’, Ho perduto i tuoi baci. Divenne così famoso da essere addirittura citato nei testi delle canzoni La famiglia canterina, Quando canta Rabagliati, Quando la radio (scritta dal maestro Carlo Prato). Il pubblico femminile andava in visibilio per lui, e lo ricopriva di rose ad ogni esibizione. In un’epoca in cui l’esterofilia era bandita, al divo Rabagliati era concesso perfino di mantenere uno stile americaneggiante; anzi, il governo fascista decise di sfruttare la sua popolarità scegliendo una sua canzone, C’è una casetta piccina (sposi), come inno della campagna demografica. L’enorme fama raggiunta come cantante fece ripartire anche la sua carriera di attore. Dal 1940 al 1965 recitò in una ventina di film, tra cui La contessa scalza, Montecarlo, Il vedovo, Signore & signori. Rabagliati fu molto attivo anche in teatro fino a metà degli anni cinquanta, con la rivista e le commedie musicali di Garinei e Giovannini. La sua ultima apparizione pubblica fu nel 1974 al fianco di Mina e Raffaella Carrà nella prima puntata del programma televisivo Milleluci. Poco tempo dopo, Rabagliati morì a causa di una trombosi cerebrale. La puntata venne trasmessa postuma il 16 marzo 1974. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma, accanto alla madre.
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