Fellaria glacier - the hot summer 2022 in time-lapse

Estate eccezionale? Eccezionale? ma se ormai questo aggettivo lo dobbiamo usare un anno sì e l’altro anche? E se poi arriva un’estate peggiore di quest’ultima a breve come la definiamo? Eccezionale al quadrato? Non è facile trovare gli aggettivi giusti per descrivere cos’è successo negli ultimi 4 mesi sui ghiacciai lombardi, italiani, alpini. È pur vero che in un regime climatico caratterizzato da temperature in aumento i record si battono più facilmente, ma l’anno idrologico 2021-2022 è stato qualcosa di più, qualcosa di talmente anomalo da costringerci ad aggiornare tutte le scale grafiche per i nostri bilanci di massa, qualcosa che speravamo non potesse arrivare così presto e con questa forza. Tutte le previsioni fatte a giugno, quando avevamo registrato un deficit del 70% di innevamento, sono state confermate e aggravate dalle temperature tropicali che hanno imperversato da maggio ad agosto. Nelle prossime settimane cercheremo di rendere conto del lavoro sul campo che, mai come quest’anno è stato tanto impegnativo quanto perturbante. I nostri bilanci di massa con serie decennali non sono, come al solito, negativi, sono talmente negativi che raggiungono valori di perdita volumetrica doppi rispetto all’annata peggiore precedente. Per assurdo, i m di spessore di ghiaccio perso sulla lingua orientale del ghiacciaio di Fellaria a 2650 m, un valore che in assoluto è qualcosa di mai registrato in tutte le nostre serie storiche su nessun ghiacciaio lombardo, non è neppure troppo sorprendente o anomalo rispetto a quanto registrato a quote più elevate dove persino oltre i 3500 m di quota abbiamo perso ghiaccio o neve degli anni precedenti. Da quest’anno una nuova camera time-lapse Enlaps tikee installata al Fellaria a fine giugno, ha efficacemente reso visibile gli effetti della crisi climatica su una lingua glaciale alpina. La camera storica, installata sulle rive del lago del ghiacciaio nel 2019, ha invece il merito di tenere traccia dei cambiamenti su scala pluriennale sebbene il ghiacciaio si allontani sempre di più e diventi sempre più piccolo nel frame. Del resto, si parla di quasi 26 m di spessore di ghiaccio perso in soli 4 anni, o meglio, visto che il ghiaccio perde spessore solo in estate, in circa 16 mesi complessivi. Un anno fa scrivevamo “I ghiacciai non hanno orecchie per ascoltare le inconsistenti promesse, di fatto chiacchiere al vento, che negli ultimi 40 anni non hanno portato a nessun risultato significativo… ridurre le emissioni sino ad azzerarle, e contemporaneamente estrarre i gas climalteranti di troppo già accumulati nell’atmosfera, è la via obbligata per cercare di stabilizzare il clima e di conseguenza l’unica possibilità per salvare quel che resterà dei ghiacciai alpini (e non solo loro)”. Niente è migliorato nell’ultimo anno, le emissioni del 2021 hanno segnano un 6%* raggiungendo il valore record di tutti i tempi. A questo punto con amarezza non può che venirci in mente, nonostante le belle promesse degli Accordi di Parigi del 2015 o delle innumerevoli COP per il clima, che forse siamo prigionieri del noto adagio beckettiano: «fallire sempre, fallire meglio». I ghiacciai non possono mentire, i ghiacciai ci mostrano, senza tante parole e sempre più insistentemente, la cifra del nostro attuale fallimento collettivo sulle politiche per il clima. In ogni modo, sarà utopia ma speriamo che filmati come quello che presentiamo possano dare un contributo, seppur infinitesimo, per una presa di coscienza collettiva, prerogativa essenziale per ogni tipo di cambiamento sia a livello personale, che, soprattutto dal basso verso l’alto. Un cambiamento necessario, urgente, anche perché come ci ricorda l’ultimo report dell’IPCC, superati i 2 gradi, e abbiamo il 50% di possibilità di arrivare già a 1.5 in singole annate entro soli 4 anni **, a rischio non saranno solo i ghiacciai ma anche la civilizzazione per come la conosciamo. A tal proposito, ci riecheggiano nella testa i versi della recente “Vita su Marte” dei Marlene Kuntz dove Cristiano Godano proprio a proposito della crisi climatica ripete con amara ironia: “Chi ce la farà e chi non ce la farà Canta che ti passa Nel caso poi si vedrà” Riccardo Scotti, Matteo Oreggioni – SGL * ** con il supporto di: Interreg Italia Svizzera, B-ICE & Heritage, Comune di Lanzada e da Enlaps con cui collaboriamo per lo sviluppo delle eccezionali time-lapse camera #Tikee utilizzate per catturare le immagini di questo filmato. Si ringrazia inoltre per il supporto Associazione Macromicro On the Trail of the Glaciers Sounds:
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