Arrestato in Libano Bartolo Bruzzaniti: importava in Europa tonnellate di cocaina
La Guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria ha arrestato in Libano, in un ristorante di Jounieh, il latitante Bartolo Bruzzaniti, di 46 anni, originario di Locri (Reggio Calabria), considerato tra i più importanti narcotrafficanti a livello internazionale. Bruzzaniti , detto ’u gargiazza’, è considerato affiliato alla cosca ’Bruzzaniti-Morabito-Palamara’ di Africo, nella Locride, ed era ricercato da quattro procure, tra cui quelle di Reggio Calabria, Milano, Genova e Napoli.
Assieme al fratello Antonio Bruzzaniti e al narcotrafficante campano Raffaele Imperiale, poi diventato collaboratore di giustizia, Bartolo Bruzzaniti era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Giovanna Sergi su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Giuseppe Lombardo e dei pm Domenico Cappelleri e Paola D’Ambrosio.
Gli investigatori non hanno dubbi che si tratta di un broker di livello internazionale che considerava i porti del Sudamerica utilizzati per far partire la cocaina verso l’Europa. Il riferimento, in particolare, era al porto di Turbo. “Meglio di tutti gli altri” aveva scritto Bartolo Bruzzaniti in una chat intercettata dalla Guardia di Finanza. “Noi lì stiamo con chi gestisce tutto, merce, partenze – ha scritto – E sono amici da 25 anni. Campa con gente apposto da lì non partono 500/ dovete parlare di 2mila in su”.
Strategicamente legato alle cosche della ‘Ndrangheta di Platì e forte del legame con Francesco ’Ciccio’ Barbaro, quarantasettenne figlio dello storico boss Rosario Barbaro detto ’rosi da massara’: “Bartolo Bruzzaniti - scrivono gli inquirenti - è un abile manager nell’importazione di stupefacente, credibile nel rapporto con i cartelli sudamericani per l’imponente disponibilità di denaro liquido, organizzatore di una ’rete di distribuzione’ in Italia e in Europa dotata di centri di stoccaggio, e in grado di determinare il “prezzo di mercato“ di mercato dello stupefacente, tanto da condizionarne la fornitura fino alle filiera dello spaccio“.
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