Sofisti. Tutto in un gioco di parole

Sofisti, cioè imbonitori. Con parole abilmente scelte e apparentemente convincenti veicolano l’eresia e convincono altri ad accettarla. Gli esempi in quest’ultimo periodo sono molti e lampanti. Solo due. Il nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, l’Arcivescovo Tucho Fernández, nella sua prima intervista, ha voluto ribadire che non è la dottrina che cambia ma la nostra comprensione. Proprio in ciò si radica il più abietto modernismo, che con la scusa della comprensione (sua?) prova a ribaltare i dogmi della fede. Vatican News, in un’altra intervista al medesimo Arcivescovo, titolava: “Fernández: ci salva una Persona, non una dottrina”. Vero? Un’altra abile mossa giornalistica per tranquillizzare tutti citando Benedetto XVI, ma andando a scindere in Cristo il Logos dal Buon Pastore. Così aderendo (soggettivamente) alla sua Persona potremmo cambiare a nostro piacimento la sua Parola. Un’altra radice del solito modernismo, che a differenza di prima è fortemente sofistico.
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