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L’utilizzo dell’’intelligenza artificiale, che entra sempre di più nella nostra vita e nelle riflessioni degli esperti, non è ancora controllata e controllabile. Non vi sono norme a livello internazionale e tantomeno europeo capaci di limitare efficacemente la libertà sei programmatori che di fatto creano quella che oggi definiamo impropriamente intelligenza. Preoccupa soprattutto l’utilizzo che faranno di questa nuova tecnologia coloro i quali oggi già si trovano in una posizione predominante, avvisa Duranti: “Gli hacker si stanno dotando di uno strumento per peggiorare ancora di più la situazione, non solo del lavoro e del diritto al lavoro ma anche delle persone stesse, perché con la cosiddetta intelligenza artificiale vorranno delegare alle macchine, ben programmate da loro e dai loro programmatori ben pagati“.
Il progetto legato a queste nuove tecnologie sembra essere imponente, coinvolgerà tanti professionisti, continua Duranti: “Sono pronti 4000 hacker per programmare le macchine addirittura a curarci, secondo come dicono le macchine, perché ritengono che le macchine siano migliori. Questa cosa non è e né mai potrà essere, è proprio la natura che lo vieta“ .
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