Baìo di Sampeyre (Valle Varaita-Cuneo)12, 19 e 23 febbraio 2017

BAÌO DI SAMPEYRE: origini, significati, informazioni varie, musica 12, 19 e 23 febbraio 2017 Riprese: autori vari. Montaggio video: Silvio Peron Il comune di Sampeyre si trova in Val Varaita, ad una cinquantina di chilometri dalla città di Cuneo. La Baìo è una festa molto antica che dal dopoguerra si svolge ogni cinque anni, mentre nel passato la sua cadenza era molto flessibile e legata a vari fattori. Si svolge le due domeniche antecedenti l’ultima settimana di carnevale e il giovedì grasso. La Baìo è suddivisa in quattro parti autonome, ognuna con il proprio stato maggiore presieduto dagli abà, che interagiscono fra di loro in vari momenti. Oltre alla Baìo de Piasso (piazza, Sampeyre capoluogo) vi sono le Baìe delle frazioni Roure (Rore), Ciucèis (Calchesio) e Vilà (Villar). Nel 2017 è rinata la Baìo dal Besé (Becetto). Come da tradizione la Baìo è formata da soli uomini. Curioso è quindi vedere le varie figure femminili, tipo l’espouzo (sposa) o la vieio (vecchia), impersonate da uomini che non sempre hanno lineamenti delicati. I partecipanti nelle ultime edizioni sono stati circa quattrocento. L’elemento caratterizzante dei costumi e degli oggetti presenti in questa festa sono i bindel, fini nastri di seta che sono presenti in forme diverse a seconda dell’esigenza di addobbo del costume di ogni personaggio e degli oggetti portati dagli stessi. L’origine della festa è sconosciuta, ma sicuramente molto antica. Dagli studi fatti sugli elementi noti e le caratteristiche della festa, e confrontandola con ritualità di questo tipo presenti in Europa, l’origine si rifà comunque alle feste precristiane, pagane, a quei riti propiziatori che si svolgevano verso la fine dell’inverno, nel periodo di carnevale, quali auspicio al ritorno della primavera e per propiziare condizioni climatiche favorevoli a buoni raccolti. Analizzando i personaggi con i loro costumi, si vede come La Baìo rappresenti una stratificazione di rituali ed eventi storici che man mano sono stati inseriti, dalla figura più antica, l’arlechin, ai vari personaggi che ricordano la cacciata dei saraceni avvenuta intorno all’anno 1000; dai personaggi di epoca romana a quelli napoleonici. In merito a ogni personaggio: Si tratta di una festa intensamente voluta dalla comunità e ben altro che una semplice rievocazione storico-folcloristica. La gente la sente e la vive senza aver bisogno di dimostrare alcunché, ma per il profondo desiderio di farla. Quindi questa festa non prevede di per sé spettatori, per quanto dagli anni ‘70 ad oggi è sempre più aumentato l’afflusso di persone da ogni dove interessate ad osservarla. La musica nella Baìo è sempre stato un aspetto molto importante, tant’è che è l’unico elemento sempre presente, di giorno e di notte. Durante le sfilate di giorno, con lo scopo di allietare il corteo in festa, si suonano normalmente vecchi brani di “liscio popolare”, soprattutto polche e marce, o motivi di canzoni popolari. Nelle varie soste, ad esempio dopo l’abbattimento dei tronchi che formano le barriere durante il percorso, si suonano e ballano le danze tradizionali del posto (courento, gigo, countroudanso…). Nel ballo vero e proprio, dalla sera al mattino successivo, si suonano principalmente le danze tradizionali alternate a qualche brano di “liscio”. Suono per la Baìo di Roure dal 1987, pur non essendo originario di Sampeyre. Normalmente i componenti la Baìo devono essere originari o residenti nel posto, fatta eccezione per i sounadour e gli arlechin. Per me, vivere questo evento è innanzitutto un’esperienza umana molto importante, unica nel suo genere, attesa con trepidazione ed entusiasmo. Come suonatore, soprattutto in relazione al ballo che accompagno con la mia musica, vivo sensazioni ed emozioni che non ritrovo in nessun altro contesto. Essere sounadour di Baìo può comportare il fatto di riuscire a suonare dalle quindici alle venti ore nell’arco di ventiquattro, grazie a quell’atmosfera particolare e a quella forma di trance collettiva che si crea soprattutto nella notte durante il ballo e che allevia la stanchezza. Il tempo passa rapidamente e ci si trova nel cuore della notte senza rendersene conto. Durante il ballo, suonando, vivo momenti di simbiosi e di dialogo esclusivi con i ballerini e con chi suona con me. Vivo sensazioni particolari e percepisco la fisarmonica diatonica, il mio strumento, come parte di me stesso. Dunque, la Baìo è una magia che ogni cinque anni scatena un’energia unica tra i protagonisti, quell’energia che arriva da lontano nel tempo, ritrasmessa di volta in volta da decine di generazioni, e che al termine di ogni Baìo viene riposta nella memoria e nell’anima della gente, così come i bindel, i nastri di seta, vengono scuciti e riposti con cura negli armadi. Silvio Peron P.S.: per approfondimento vedi anche:
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