Giulietto Chiesa: “Il pericolo della terza guerra mondiale“

L’ultima parte dell’incontro tenutosi a Fermo lo scorso 28 dicembre con Giulietto Chiesa, moderato dal direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni, è stata dedicata alle domande dei giovani del movimento Our Voice. Per cominciare i ragazzi hanno chiesto un opinione sul terzo conflitto mondiale che, stando alle ultime cronache, sembra essere ormai alle porte. “C’è già una guerra mondiale in corso - ha affermato Chiesa - si tratta prima di tutto di una guerra cybernetica, finanziaria ed economica. Una guerra ibrida in sostanza, che ancor prima di quella militare, ha come obiettivo quello di paralizzare città o addirittura nazioni. Una delle operezioni di questa guerra tecnologica occulta - ha spiegato - risale a qualche anno fa quando gli Stati Uniti sono riusciti a inserire un virus nei computer che governavano gran parte delle macchine per l’arrichhimento dell’uranio nel Paese causandone un black out.“ Successivamente si è parlato del presidente Donald Trump e della sua amministrazione da quando si è insiediato alla Casa Bianca. “Trump è un cane pazzo. - ha commentato il fondatore di Pandora Tv - Un cane perché obbedisce a due padroni, i newcoon e i sionisti. E pazzo in quanto le sue posizioni sono in continua contraddizione. Questo anche perché sta tentando di difendersi come può dagli attacchi che vengono da tutte le parti. Buona parte del suo staff infatti non è stato scelto da lui e quindi è circondato da personaggi che obbediscono a una possente organizzazione di lobby. Ha contro - ha aggiunto - un pezzo della sua amministrazione e della Cia“. Infine il giornalista ha toccato il tema sempre attuale del ruolo dell’informazione che “in questo sistema della comunicazione conta quasi niente“. Cosa che invece non si può dire di un’altra parte dell’informazione: le immagini. “Il potere dell’immagine è molto più potente dell’informazione intesa come tale perché gioca su tre aspetti fondamentali dell’essere umano: il sesso, la paura e il cibo.“ Per potersi difendere quindi, ha concluso, serve “alfabetizzarsi“, altrimenti “si diventa vulnerabili“.
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