Regia di Roberto Rossellini
Italia, Francia, India, 1959
Introdotto dal caos di Bombay, con le sue stratificazioni di culture millenarie e modernità, il film si articola, un po’ come Paisà, in quattro episodi (o blocchi narrativi che si sviluppano attorno a quattro temi principali).
—Un mahut (conduttore di elefanti) approfitta della stagione in cui l’animale si accoppia per sposarsi con una donna giunta al villaggio al seguito di una compagnia girovaga di artisti.
—Dopo aver contribuito alla costruzione dell’imponente diga di Hirakud, un operaio abbandona con la famiglia i luoghi in cui aveva trovato ospitalità e lavoro dopo la secessione del Bengala occidentale.
—In un villaggio presso la giungla, un anziano si adopera per sottrarre alla caccia degli uomini una tigre, che le modificazioni del suo habitat hanno reso pericolosa.
—Durante il trasferimento verso una fiera cittadina, sopraffatto dalla calura, muore il padrone di una scimmietta ammaestrata. Minacciato dai suoi simili, che avvertono in lei l’odore dell’uomo, l’animale sopravvive con espedienti, prima di trovare un nuovo padrone con cui ritornerà nella grande città, il luogo da cui il film era partito.