Due o tre cose che so di Gramsci. Gramsci, il “Virgilio“ di Pasolini.

Nel 1956 usciva sulla rivista “Nuovi Argomenti” un poema intitolato “Le ceneri di Gramsci”, di Pier Paolo Pasolini, un testo del 1954, che poi insieme ad altre liriche apparve in volume nel 1957, dieci anni dopo l’inizio della scoperta di Gramsci nella cultura e nella politica italiana, con la prima pubblicazione delle “Lettere dal carcere”. E fu quello comunque anche l’inizio della scoperta da parte di Pasolini del pensiero gramsciano, attraverso il quale il letterato, poi anche cineasta friulano, arrivò al marxismo, pur essendo già stato iscritto al PCI. Gramsci fu il Virgilio che guidò Pasolini, anche regista, alla scoperta del popolo, e attraverso l’inferno della vita, offrendogli una prospettiva di riscatto. Eppure senza il tuo rigore, sussisto perché non scelgo. Vivo nel non volere del tramontato dopoguerra: amando il mondo che odio – nella sua miseria sprezzante e perso – per un oscuro scandalo della coscienza (Da “Le ceneri di Gramsci”)
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