Scoperta la Tomba del Gigante Gilgamesh: Antica Tecnologia All’Interno

All’inizio del 2003, un gruppo di archeologi tedeschi che lavorava in Iraq si è imbattuto in una delle scoperte più significative dei tempi moderni. In profondità, sotto le sabbie del deserto, hanno scoperto quella che ritenevano essere la tomba a lungo perduta del mitico re Gilgamesh, protagonista della più antica storia che l’uomo abbia mai scritto: l’Epopea di Gilgamesh. Per secoli, gli storici sono stati divisi sul fatto che Gilgamesh fosse realmente esistito o che fosse semplicemente un’invenzione del mito. Fino a quando Jorg Fassbinder e il suo team di archeologi, utilizzando la moderna tecnologia per guardare in profondità nel terreno, hanno scoperto un’intera città antica sotto il deserto, sorprendentemente disposta proprio come la città di Uruk, su cui Gilgamesh avrebbe regnato, era descritta nell’Epopea. C’erano case, giardini e campi, oltre a “un sistema di canali incredibilmente sofisticato“, che ha portato gli archeologi a descrivere il sito come “Venezia nel deserto“. Ma soprattutto, alla periferia dell’antica città si trovava quello che sembrava essere un luogo di sepoltura, che gli archeologi ritenevano essere la tomba dell’antico re. Come ha detto Fassbinder, “non voglio dire con certezza che fosse la tomba del re Gilgamesh, ma sembra molto simile a quella descritta nell’epopea“. Si trattava, semplicemente, di una scoperta strabiliante, un pezzo mancante da tempo delle origini della storia umana. Sicuramente, pensavano gli archeologi, questo avrebbe cambiato tutto, rivelandoci segreti che non sapevamo nemmeno di aver perso. Ma poi accadde l’impensabile. Poche settimane dopo la scoperta della tomba di Gilgamesh, gli Stati Uniti invasero l’Iraq, costringendo Fassbinder e la sua squadra ad abbandonare il lavoro e a fuggire dal Paese, lasciando il mistero irrisolto. Narrazione: Alex Martinelli -
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