Umberto Eco parla di Alessandro Manzoni, Mike, il Pendolo e la lettura

Leggere «I promessi sposi» lontano da scuola. «Molti pensano che I promessi sposi sia noioso perché sono stati obbligati a leggerlo a scuola verso in quattordici anni, e tutte le cose che facciamo perché siamo obbligati sono delle gran rotture di scatole. Io questa storia ve l’ho raccontata perché mio papà mi aveva regalato il libro prima, e così me lo ero letto con lo stesso piacere con cui leggevo i miei romanzi d’avventure. Certo, era più impegnativo, certe descrizioni sono un poco lunghe e si incomincia a gustarle dopo averle lette due o tre volte, ma vi assicuro che il libro è appassionante. Non so se oggi a scuola lo fanno ancora leggere; se avrete la fortuna di non doverlo studiare, quando sarete grandi provate a leggerlo per conto vostro. Ne vale la pena.» Così scriveva Umberto Eco, presentando nel 2010 il suo racconto del Promessi sposi. L’intervista di questo documento d’archivio risale al , anno nel quale Umberto Eco ricevette il «Premio alla Carriera» conferitogli dal Premio Letterario Internazionale «Alessandro Manzoni - Città di Lecco». Intervistato da Michele Fazioli, Eco parla a lungo del suo rapporto con Manzoni, e anche in questo caso «I promessi sposi» sono un’ottima occasione per descrivere il funzionamento della letteratura. [RSI - Radiotelevisione svizzera di lingua italiana]
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