Seconda parte visita ad Aquileia...
Tragitto lungo le colonne della Chiesa pavimentazione.
La sigla di Aquileia è dedicata alla vergine e ai santi Ermacora e Fortunato Protomartiri Aquileiesi.
La Basilica di Aquileia è dedicata alla vergine e ai santi Ermacora e Fortunato Proto Martiri Aquilonesi. La sua importanza ha lasciato tracce indelebili nella storia. È considerata l’Ecclesia Mater non solo della Regione Friuli Venezia Giulia, ma anche dei paesi dell’Europa centro orientale più prossimi. Perché è proprio dalla Chiesa aquileiese che si irradiò in tali terre la nuova fede.
L’interno, maestoso e solenne, è permeato di una intensa spiritualità affinatasi nel corso dei secoli.
Il pavimento è costituito da un meraviglioso mosaico policromo del quarto secolo, portato alla luce dagli archeologi negli anni 1909 12. Ci osservate poi l’elegante soffitto ligneo.
La sua forma a carena di nave rovesciata risale al quindicesimo secolo tra il pavimento sotto, quindi sono racchiusi ogni 1000 anni. Vicende storico-Artistiche. Ci troviamo all’interno di un’eccezionale scrigno di preziose opere d’arte di epoche diverse.
Osserviamo il pavimento musivo. Il mosaico ricopriva l’Aula sud di Teodoro, uno dei tre ambienti principali che costituivano la sede vescovile, eretta al tempo dell’imperatore costante. Tino. Il vescovo Teodoro, infatti, ricordato nell’epigrafe inserita nel pavimento all’interno della scena di pesca presso i gradini del presbiterio, cioè ai piedi dell’ala dell’altare moderno che vedremo in seguito, aveva costruito un complesso di culto perfettamente rispondente alle esigenze liturgiche del tempo. Acquistata la zona urbana dove sorgevano alcune abitazioni, probabilmente già degradate, innalzò un complesso ad due aule rettangolari parallele.
Aula Sud e Aula Nord.
Collegate fra loro a una traversata pure rettangolare. Tra le due parallele a est della trasversale trovarono posto il Battistero, ambienti di servizio e l’ingresso a tutto il complesso.
Vi trovate davanti al più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale, ben 760 m quadri dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, il mosaico è stato parzialmente rovinato dalla messa in opera delle colonne romaniche del filare destro. Vi chiederete, perché le fondazioni delle colonne siano in vista? Agli inizi del 900, dopo gli scavi archeologici, fu tolto il pavimento medievale a piastrelle bianche e rosse, risalente all’epoca del Patriarca Poppone, cioè al 1031, per lasciare in luce il prezioso mosaico paleocristiano. Le passerelle in materiale plastico trasparente sono al livello del pavimento medievale.
Secondo alcuni Laurel a sud. Si arriva. Catecumeno, ovvero come Aula per lo studio del catechismo, mentre l’Aula a Nord era riservata alla celebrazione della messa. Altri invece ritengono il contrario l’Aula di collegamento serviva sia come spogliatoio prima del battesimo per immersione, sia come consegnatario, cioè come Aula per il conferimento del sacramento della Cresima.
Osservate come il pavimento musivo sia diviso in riquadri da fasce a motivi vegetali. Tali riquadri sono 10, ognuno con scene diverse, tutte simboliche, tra le quali spiccano alcune di particolare significato ed importanza.
Il meraviglioso mosaico. Oltre alla funzione pratica ed estetica, di pavimentare con eleganza gli ambienti, aveva anche un’importante funzione didattica. Le figure, infatti esprimono ed illustrano le verità di fede che venivano insegnate. I catecoumi dal vescovo e dai Peppi. Iteri, le immagini aiutavano i fedeli nella meditazione, specialmente se erano analfabeti. Questa funzione didattico catechetica fu propria anche dell’architettura della scultura, della pittura di ogni chiesa paleocristiana e medievale, del tempo.