LA FANCIULLA DAGLI OCCHI D’ ORO racconto di H. De Balzac

E’ questa la storia meravigliosa, impossibile da dimenticare, nella quale la voluttà germoglia dal mistero, l’Oriente dischiude gli occhi grevi nel cuore dell’insonne Parigi, l’avventura si intreccia alla realtà, il fiore dell’anima sboccia sul ciglio di vertigine e morte, e il presente viene illuminato con una fiaccola così vivida da stendersi davanti a noi come le grandi ere di sogni primordiali. Una storia il cui inizio è una descrizione di Parigi, uno smisurato quadro di parole, qualcosa che si innalza, qualcosa che torreggia comeuna montagna di luce scialba e di cieca oscurità, e la cui fine è un poema orientale dove lo stordimento del piacere più intenso si mescolaall’odore del sangue e qualcosa spicca il volo al di là dei sensi verso l’indicibile. E infine c’è qualcosa che ho un certo timore di esprimere a parole, una poesia dei sensi che fa barcollare e chiudere gli occhi, uno sconfinato ri
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