È possibile estrarre metalli dal fondale oceanico? Sì, ecco come verrà fatto

Sui fondali oceanici ci sono più di 20 miliardi di tonnellate di metalli e probabilmente in futuro inizieremo ad estrarli. Questi si sono depositati in fondo agli oceani nel corso di milioni di anni formando dei “noduli polimetallici“, cioè delle strutture “a cipolla“ composte da numerosi metalli come nichel, rame, cobalto e tanti altri. Per estrarli si potranno utilizzare speciali macchinari che aspirando il fondale preleveranno i noduli e li manderanno a bordo di una speciale imbarcazione per ripulirli e proseguire con il processo di lavorazione. Se, da una parte, questo permetterebbe di ottenere enormi quantità di metalli con un impatto ambientale relativamente contenuto, dall’altra è possibile che queste tecnologie vadano a danneggiare il fondale oceanico e le forme di vita qui presenti. Per sapere quale sarà l’impatto su larga scala, però, sarà necessario raccogliere molti più dati.   00:00 Miniere in mare 00:16 Cos’è il Deep Sea Mining 01:03 I noduli polimetallici 02:19 L’estrazione dei noduli 03:46 Perché non è ancora iniziata l’estrazione? 04:21 Gli LCA, gli studi che valutano l’impatto ambientale di un progetto 05:36 Cosa consente di fare l’estrazione di noduli? 05:49 I gravi rischi per gli ecosistemi del fondale oceanico   Credit NOAA Okeanos Explorer The Metals Company ZDFTerra/XGruppe5/FilmproduktionTamar/BaumgartenScope/VFXMaximilian Mohr #miniere #deepseamining #geopop
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