CANTO A DUE: la Conquista del Giardino, F. Farrokhzad

Superare l’Ego, Danzare il Maschile e il Femminile, vivere la Follia Amorosa: la Poesia. “In verità vi dico ancora: se DUE di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono DUE o TRE riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro“. Antonio Bilo Canella e Paola Bardella “La Conquista del Giardino“ di Forough Farrokhzad Musica di Kai Engel “At the end everyone dies“ Segue il testo (è una diversa traduzione): Quel corvo che volò Sopra di noi E s’inabissò nel pensiero agitato di una nuvola vagabonda, Il cui grido, come una corta lancia, percorse tutto l’orizzonte, Porterà la notizia di noi in città. Tutti sanno, Tutti sanno Che tu ed io da quel pertugio freddo e tetro Intravedemmo il giardino E da quel ramo ameno e impervio Spiccammo la mela. Tutti temono, Tutti temono ma tu ed io Ci unimmo con la luce, l’acqua e lo specchio E non tememmo. Io non parlo di un fragile legame tra due nomi Né di un vincolo nelle pagine lise di un registro. Io parlo dei miei voluttuosi capelli E degli ardenti papaveri dei tuoi baci, Dell’intimità clandestina dei nostri corpi E della nostra nudità che riluce Come le squame dei pesci nell’acqua. Io parlo della vitalità argentina di un canto Che una piccola fontana intona all’alba. Una notte, domandammo alle lepri selvatiche In quella foresta verde e frusciante, Alle conchiglie copiose di perle In quel mare agitato e freddo E alle giovani aquile In quel monte straniero e trionfante: Che si deve fare? Tutti sanno, Tutti sanno. Noi abbiamo penetrato il freddo muto sogno dei Simorgh, Cogliemmo la verità nel piccolo giardino nell’espressione timida di un fiore anonimo E l’eternità in un momento senza fine Quando due soli si fissano l’un l’altro. Io non parlo di sussurri timorosi nel buio, Io parlo di luce del giorno e di finestre aperte, Di aria fresca, Di un forno nel quale bruciano cose inutili, Di terra resa fertile con un’altra coltura, Di nascita, di evoluzione, di orgoglio. Io parlo delle nostre mani innamorate, Che hanno gettato, al di sopra delle notti, Un ponte foriero di profumo, di luce, di brezza. Vieni nel prato, Nel prato aperto E invocami attraverso i sospiri del fiore di seta, Come la gazzella la sua compagna. Le tende traboccano celato odio E le candide colombe Dall’alto della loro torre bianca Fissano in basso la terra.
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