Ritratto di donna velata, titoli di apertura

Nel 1975 la RaiTV mandò in onda uno sceneggiato ambientato nelle splendide campagne toscane che catturò l’interesse e la fantasia di milioni di telespettatori risultando uno dei programmi più seguiti di sempre ovvero “Ritratto di donna velata“. Questo sceneggiato si innesta su un “filone“ molto gettonato di quegli anni che connotò anche altre produzioni coeve - “Il segno del comando“ su tutte ma, anche, lo stesso “.“ - caratterizzate da una componente, direi, “esoterica“ e “parapsicologica“. D’altronde, nei primi anni ’70, la “parapsicologia“ era una branca che aveva moltissimi estimatori e proseliti anche in una platea di non addetti ai lavori ed il fenomeno fu talmente “pervasivo“ che fu oggetto, lo ricorderete, di una rubrica - seguitissima, tra l’altro - curata da Piero Angela volta a smantellarne le basi scientifiche ovvero “Indagine critica sulla parapsicologia“ che suscitò una caterva di polemiche fra i fautori ed i detrattori di questa disciplina. Poi, come tutte le mode, di lì a qualche anno anche la parapsicologia segnò il passo lasciando il campo alla cibernetica ed alla genetica ma fu una saliente peculiarità che contraddistinse gli anni ’70 e, in fondo, anche le nostre generazioni. Per ciò che concerne, nello specifico, lo sceneggiato alcuni ne hanno “maliziosamente“ sottolineato le troppe affinità proprio con “Il segno del comando“ - sopra menzionato - di cui, effettivamente, riportò talune - secondo altri, troppe - analogie sia nella sceneggiatura che nella regia. Pur ravvisandone le similitudini penso, però, che “Ritratto di donna velata“ non possa essere - sic et simpliciter - annoverato come mero “remake“ dello sceneggiato di D’Anza anche perchè alle atmosfere notturne dell’Urbe - suggestive ed affascinanti - vengono contrapposte quelle dell’agro toscano decisamente misteriose ed inquietanti ed il pathos che infuse questo lugnometraggio ha un qualcosa di lugubre e decadente dimensioni, queste, del tutto assenti nell’opera di cui sopra. Io penso che, pur non rientrando nel novero delle produzioni Rai più belle di sempre, “Ritratto di donna velata“ sia uno sceneggiato che meriti una collocazione diversa ed una considerazione più equa e che possa essere rivalutato scevro, per così dire, da accostamenti e similitudini - queste si - ingenerose. Il soggetto, originale, fu sceneggiato da Gianfranco Galligarich e Paolo Levi mentre la regia fu di Flaminio Bollini. Nel cast figuravano, tra gli altri, Nino Castelnuovo (Luigi Certaldo), Daria Nicolodi (Elisa), Arturo Dominci e Paolo Bonacelli. Le musiche furono composte, arrangiate e dirette dal maestro Riz Ortolani che firmò una splendida colonna sonora che, ancora oggi, risulta decisamente moderna e particolarmente suggestiva. In allegato riporto i titoli di apertura dello sceneggiato.
Back to Top